venerdì 16 luglio 2010

Alle ore nove del 12 luglio, il notiziario della BBC ha diffuso
sul territorio italiano il primo verso della Chanson d'Automne
di Verlaine: Les sanglots longs des violons de l'automne
(I lunghi singhiozzi dei violini d'autunno).



Il messaggio in codice significava che l'evento era imminente e sarebbe stato confermato dal verso seguente dello stesso poema entro quarantotto ore. Era il segnale che i gli uomini aspettavano da tempo: il giorno 14 luglio sarebbe iniziato il III Torneo Montemurri, forse il più oscuro e criptico torneo di tennistavolo dell'intero Occidente capitalistico.
Se è vero che l'importanza di un torneo dipende dal valore dei giocatori che lo hanno vinto in passato e dai criteri di ammissione, il Torneo Montemurri si impone senza confronti su tutti gli altri.
Infatti nella prima edizione furono consegnate le coppe senza che il torneo venisse disputato. Nella secondo edizione la vittoria andò (indovinate?) a Luigi Montemurri.
Non meno decisivi sono i criteri di selezione. Per partecipare al torneo Montemurri bisogna essere un Montemurro, che non significa affatto essere un parente del forte giocatore laziale (200 in Italia), quanto piuttosto appartenere ad una ristretta cerchia di iniziati. Montemurro è piuttosto una sorta di Categoria dello Spirito.
Non c'è una definizione univoca per Montemurro e poiché "il significato è l'insieme dei sensi possibili", un Montemurro può essere colui che:
- disquisisce per ore (soprattutto in auto, nei lunghi viaggi di ritorno dai Campionati Italiani) su telai, racchette e sulle loro alchemiche combinazioni. Sofismi nell'incerto confine tra il tecnico e l'esoterico che indagano su caratteristiche e aspetti dei materiali, aspetti per lo più sconosciuti agli stessi fabbricanti;
- porta con sè un certo distacco nei gesti e nel portamento, che dagli osservatori più distratti può essere scambiato per "puzza sotto il naso";
- tende a "stare sulle sue";
- racconta con grande dovizia di dettagli solo delle proprie vittorie, mai degli insuccessi (pochi e comunque immeritati);
- siede spesso dalla parte della ragione, anche perchè i posti dalla parte del torto sono sempre tutti occupati;
- disdegna con un profondo fastidio i giocatori di classifica inferiore e dedica loro a malapena uno sguardo distratto,  misto di fastidio e commiserazione.

E così ai cinque Montemurri storici, Mansourati, Borgia, D'Angelo, Fonti e Montemurri, si sono aggiunti per questa terza edizione Carletti, De Zuliani e Marzulli, ognuno dei quali  sembra abbia qualche qualità che lo possa rendere un Montemurro.

Secondo un piano prestabilito, i prescelti (al torneo non ci si iscrive, si è nominati), sono giunti alla spicciolata mischiandosi astutamente tra i giocatori grondanti sudore che si allenavano nella palestra di Dragoncello, sempre accogliente sotto la direzione e lo sguardo premuroso di Franco Sasso.

Teste di serie e composizione dei gironi secondo la classifica regionale.
Girone A
1 - Luigi MONTEMURRO - 4.613
4 - Riccardo CARLETTI - 2.548
5 - Cristiano BORGIA - 2.538
8 - Gabriel MANSOURATI - 1.688

Girone B
2 - Maurizio DE ZULIANI - 3.549
3 - Emanuele D'ANGELO - 2.711
6 - Emiliano FONTI - 2.104
7 - Valerio MARZULLI - 2.100

La classifica finale del girone B vede De Zuliani primo grazie alle tre vittorie, tutte al quarto set, su Marzulli  (11-7, 11-9, 9-11, 11-6), su D'angelo ( 11-5, 8-11, 11-7, 11-5) e su Fonti in rimonta (9-11, 11-8, 11-8, 11-8).
Accede alle semifinali anche Fonti per le vittorie su D'Angelo al quinto (11-9, 8-11, 11-4, 12-14, 11-8) e su Marzulli (11-6, 11-7, 11-3).
Emanuele D'Angelo conclude terzo grazie alla vittoria su Marzulli in rimonta (8-11, 117, 12-10, 12-10) dopo che nel terzo set Marzulli si è trovato avanti 10-6.
Al quanto posto Marzulli, con zero vittorie e due set presi a De Zuliani e D'Angelo.

Nel girone A avviene l'irreparabile.
La testa di serie 1, il giocatore che incarna la quintessenza del Montemurrismo e che pertanto plasma il torneo con il proprio nome, inizia con una vittoria su Mansourati (11-3, 14-12, 11-6) ma le difficoltà nel secondo set suonano ai presenti come un sinistro scricchiolio.
Assente dal tavolo dai Campionati Italiani e quindi da oltre 40 giorni, Montemurro perde i successivi incontri con Carletti (9-11, 12-14, 11-2, 9-11) e con Borgia al quinto (12-14, 12-10, 13-15, 11-4, 8-11) ed è quindi fuori dalle semifinali.
Sommesse parole di circostanza da parte degli altri giocatori e leggere pacche sulle spalle di comprensione e incoraggiamento, salvo poi esternare sguaiatamente la propria perfida soddisfazione appena fuori della palestra, uscendo con la scusa di stemperare un po' il caldo veramente torrido.
Ma con queste parole mi rendo conto di avere forse descritto un'altra delle edificanti caratteristiche che fanno di un giocatore un Montemurro: la perfida soddisfazione per le sconfitte dell'amico più caro, soprattutto se più in alto in classifica...
Ma The show must go on ed è Borgia che accede alle semifinali come primo nel girone A, grazie al 3-2 su Carletti (11-7, 11-9, 4-11, 9-11, 12-10), al 3-1 su Mansourati (11-5, 11-9, 8-11, 11-3) e al citato 3-2 su Montemurro.
L'altro semifinalista è Carletti, che oltre Montemurro supera Mansourati in 3 set.
Come detto Montemurri è terzo. Mansourati è quarto e con un solo set vinto (contro i due set di Marzulli nell'altro girone) conquista con soddisfazione l'ultimo posto nel torneo che, in base al delirante regolamento, gli consente con diritto di non pagare il conto nella prevista cena in pizzeria.

Nella prima semifinale De Zuliani supera con sicurezza Carletti, che in questa occasione non riesce a opporre block efficaci agli attacchi carichi del giocatore dell'Eureka e quindi non ha la possibilità di sviluppare i contrattacchi caratteristici del suo gioco.

Nell'altra semifinale sudatissima (termine quanto mai appropriato) vittoria di Borgia su Fonti al quinto set. In vantaggio 2 set a 1, Borgia subisce il ritorno di Fonti nel quarto set, ma nel set decisivo Borgia conduce con sicurezza nel punteggio, controllando i tentativi di recupero di Fonti, che in questa occasione si mostra più nervoso del solito.

De Zuliani si aggiudica poi il Torneo, superando in finale un Borgia che si presenta all'appuntamento decisivo veramente stanco, per aver speso tanto nei turni precedenti (tre partite al quinto) ma con la soddisfazione di aver disputato un ottimo torneo: certamente la sopresa positiva della giornata.
Superfluo dire quale sia stata la sorpresa negativa (forse in fondo in fondo potrei essere anch'io un Montemurro?).

Onore dunque al vincitore del III Torneo Montemurri, un De Zuliani che abbiamo visto tirato a lucido come un figurino, nella splendida forma tipica delle ultime settimane prima del matrimonio.

Ma non è finita qui.
Il regolamento, certamente ideato sotto l'effetto di qualche pericolosa sostanza allucinogena, prevede che ora si disputi la VERA finale, il Super Montemurri, tra il vincitore (De Zuliani, in questo caso) e Franco Sasso, il Challenger, che si presenta all'appuntamento fresco e riposato, dopo essersi riscaldato in scioltezza per tutto il pomeriggio.
Il Super Montemurri si assegna con un SET SECCO e, per definizione, in un set secco tutto può accadere. Così, all'inizio della finale, il giovane arbitro Marzulli volge il suo sguardo smarrito e pieno di interrogativi verso quegli adulti che dovrebbero esprimere ponderazione e saggezza e, poco convinto, dispone il tabellone su 2 set pari.
Set secco con cambio campo a 5.
Il tifo degli altri Montemurri è tutto per Sasso, o forse si tratta di perfido gufaggio contro De Zuliani, per la già citata caratteristica del tipico Montemurro verso i giocatori di classifica più elevata.

Ma questa è la giornata di De Zuliani, che controlla agevolmente nel gioco e nel punteggio, accelerando con colpi vincenti quando Sasso tenta di riportarsi sotto.

Grande sfarzo e opulenza nella premiazione, per un Torneo dai grandi mezzi e dal grande futuro, con bellissime coppe per tutti. Particolamente apprezzate le targhette di metallo incise (non le classiche etichette adesive fatte in casa viste in molte premiazioni regionali).
A conferma della scarsa lucidità generale e del sottile delirio del Regolamento, una bellissima coppa va anche al sottoscritto, in qualità di "Sportivo dell'anno", probabilmente per l'ineguagliabile risultato di zero sconfitte maturate in stagione.

Su zero incontri disputati.

3 commenti:

lele67 ha detto...

E così... dopo aver "battezzato" i consueti deliranti resoconti di Emy degni di Bergonzoni e Benni... direi che anche il mitico Lucianone non è lontano dal primo Pennac :-)). Tutto stupendo! Del resto era logico: Montemmurri si si nasce... ma quello che è peggio... lo si diventa anche!!!!!
Comunque è falso che i Montemurri siano giocatori "poco sportivi" e non riconoscano le sconfitte. E' solo che, nel caso di specie: c'era umidità, faceva caldissimo, la retina era alta, il tavolo era sporco, le gomme erano nuove, il telaio era in prova, le gomme vecchie non andavano bene con il telaio nuovo, le gomme nuove non andavano bene con il telaio vecchio, eravamo poco allenati, eravamo troppo allenati e quindi stanchi... ma soprattutto.. si gioca solo per partecipare e non per vincere (?!?!?!) :-).
Un abbraccio davvero a tutti (tranne a Giggggino che continua a non farsi la doccia per colpa di Emy!!!).

L'Airone ha detto...

Tonitrua matutina ventum significant, imbrem meridiana

Ed il Montemurro ci ha regalato un’altra lezione di vita. A chi voleva carpire la vera essenza del “Montemurri”, saggiamente Luigi ha risposto nella guisa più fine: non più con banali parole di cui il volgo si nutre avidamente, bensì con sottili comportamenti, che celano insegnamenti degni del più alto Confucianesimo. Mercoledì non è implosa una stella; è un atleta che si è elevato a personificare la massima natura montemurriana. E questo atleta non poteva che essere l’uomo che ha dato il suo nome per il torneo!
Sapendo che i problemi di definizione di questo neologismo erano molteplici, ha pensato bene di dare un taglio netto e mostrare quell’atteggiamento ultimo a cui tutti gli aspiranti Montemurri dovranno tendere: snobbare l’universo, sebbene ciò comporti quello che il volgo potrebbe percepire come una caduta di potere. E’ così è stato: nel giorno della caduta dell’Ancien Regime il Montemurro ha voluto dimostrare che la massima essenza di un Montemurro non è il solo parlare di gomme e telai indefessamente, od il pavoneggiarsi delle proprie innumerevoli vittorie, non considerando le “sfortunate ed immeritate” sconfitte, od ancora l’essere schivo ed altezzoso. Il vero fondamento che distingue un Montemurro da qualsiasi altra categoria agonistico-sociale è “snobbare totalmente ed in maniera lasciva il Torneo a cui tutti gli aspiranti anelano essere invitati a fare”. Quindi mentre tutti gli aspiranti Montemurri si azzuffano per ostentare il proprio montemurrismo al mondo pongistico pur di risultare tra gli eletti, il vero Montemurro si espone al pubblico ludibrio per dimostrare che essere Montemurro è snobbare lo snobbabile, anche se lo snobbabile è il Torneo dei Tornei dedicato a lui medesimo stesso. L’atro anno non ha voluto svelarci l’ultimo mistero di fede, questa volta non si potuto esimere dato il richiamo mediatico a cui il torneo è giunto. Le affinità elettive (o belluine) tanto care a Goethe, che avvicinano gradatamente ed indissolubilmente tutti i montemurri del mondo, non valgono per il Montemurro, ormai considerato ultimo baluardo del dadaismo, nonché antesignano dell’iconografia post-contemporanea.
E concludo con una proposta ardita anzichenò: il 14 luglio presa della Bastiglia? Meglio ricordarlo con un Frate Indovino che elegge San Luigi Ricoverato da Montemurro come Santità del giorno….

Riccardo ha detto...

Grazie Luciano, sei uno scrittore nato! Veramente un bel pezzo, notevolmente apprezzato anche da mia moglie alla quale finalmente hai fatto capire il significato dell'essere un Montemurro, cosa che avevo tentato anch'io inutilmente (forse anche perchè non era chiaro neanche a me).
E, ovviamente, grazie anche per le ottime foto. E grazie anche all'organizzazione tutta (che lecchino che sono) e ai simpatici partecipanti (in verità molto più simpatici al tavolo in senso mangereccio che al tavolo da ping-pong!)